Una nuova epoca con alberghi rispettosi dell’ambiente

A cura di Federica Francione

Spesso dopo un periodo di arresto, la reazione naturale è il cambiamento, una ripresa veloce sì, ma con delle mutazioni nei comportamenti e nei pensieri. Queste variazioni, dipendono dal fatto di aver avuto più tempo per apprezzare aspetti che precedentemente si davano per scontati oppure osservare ed analizzare elementi ai quali prima dello stop, non si aveva mai dato attenzione. In questa categoria rientra l’ambiente. Probabilmente voi tutti, Direttori o proprietari di Hotel compresi, avrete ascoltato delle notizie riguardanti la Laguna di Venezia che ha ripreso ad avere l’acqua limpida ed ha visto il ritornare di pesci prima scomparsi, oppure il ritorno dei cigni in Darsena a Milano piuttosto che il ritorno delle lepri nei parchi pubblici sempre di Milano. Avvenimenti banali magari qualcuno potrà dire, e invece no.

Questi sono avvenimenti che, con la presenza dell’uomo si può dire invadente e non rispettosa dell’ambiente in cui egli è ospite (non dimentichiamoci di dover avere rispetto per l’ambiente in cui ci troviamo “senza mutarlo significativamente”, principio della sostenibilità) abbia impedito il verificarsi di eventi come quelli appena descritti. Per cui, in un momento di pausa dell’attività frenetica dell’uomo e delle relative attività produttive, come lo stop all’ospitalità in albergo, la natura ritorna a vivere. Detto ciò, l’attenzione si sposta su quella che sarà la vita post Coronavirus, cosa vorrano sentirsi dire i futuri ospiti per poter essere mossi dalla voglia di viaggiare con tranquillità e che cosa potranno fare gli alberghi nel loro piccolo per poter aiutare l’ambiente circostante ad esprimersi così come sta facendo in questa stasi economica? 

Partendo con le azioni che gli Hotel possono fare per trasmettere sicurezza ai futuri ospiti intenzionati a prenotare, qui di seguito riporto delle azioni da adottare.

Piccoli gesti, ma concreti:

  • All’arrivo svolgere il fast check-in: ossia consegna chiave e accompagnamento in stanza. Per fare questo dunque sarà quasi d’obbligo ricevere i documenti via email prima della data di check-in;
  • Al ricevimento presenza dei dispenser di gel igienizzante e salviette igienizzanti mani entrambi a disposizione di tutti;
  • Piccole frasi importanti per allontanare la paranoia e il timore derivante dalla situazione a quel punto superata;
  • Comunicare che vi è stata fatta una sanificazione di tutti gli spazi comuni e delle singole stanze; 
  • Comunicare che il personale è stato formato in merito ai protocolli da seguire per il rispetto dell’igiene dei luoghi in comune; 
  • Copriletto da eliminare;
  • Kit per la preparazione di the o altra bevanda calda in camera per non creare sovraffollamento degli spazi comuni; 
  • Room Service senza supplemento; 
  • Accesso centro benessere (dove presente) su prenotazione per singoli ospiti.

Come detto precedentemente, ad oggi l’attenzione oltre che per la sicurezza dell’ospite è spostata anche sull’ambiente dando prevalenza alla sua conservazione. Il rispetto da parte degli Hotel nei confronti dell’ambiente e la comprensione della sua importanza, può essere comunicata attraverso l’ottenimento di alcune certificazioni dedicate alla sostenibilità nel mondo dell’hotellerie.  Qui di seguito riporto alcune dell più conosciute e più affidabili:

    • LECS: Luxury Eco Certification Standard, garantisce la sostenibilità degli hotel di lusso;
    • Legambiente Turismo: il marchio di qualità ambientale per il settore turistico di Legambeinte che prevede un decalogo che indica gli obiettivi di sostenibilità nella gestione ordinaria delle imprese ricettive, un’attività di formazione rivolta agli operatori, una verifica annuale presso le imprese aderenti a garanzia dei clienti;
    • Earth: European Alliance for Responsible Tourism and Hospitality, raggruppa diverse realtà in vari paesi europei che operano secondo i principi di sostenibilità e responsabilità ambientale;
    • ISO 14001: lo standard internazionale per i sistemi di gestione ambientale più utilizzato al mondo, ed è il principale standard di sistema di gestione che specifica i requisiti per l’implementazione e il mantenimento di un Sistema di Gestione Ambientale. Questa certificazione è utile per controllare gli aspetti ambientali e ridurre gli impatti, garantendo la conformità legislativa;
    • ISO 21401: uno standard di recente introduzione che si rivolge nello specifico al settore turistico. Non solo per il Turismo ed i servizi ad esso correlati, ma pensando ad un sistema di gestione rivolto anche alle strutture ricettive. La norma indica quali sono i requisiti ambientali, sociali ed economici da adottare da parte di chi eroga servizi di ospitalità per ottenere la suddetta certificazione;
    • ISO/TC 228: E’ un comitato che si occupa di standardizzare la terminologia nell’ambito dele certificazioni ambientale e specifica i tipi di servizi che gli operatori del settore turistico devono adottare. Questi standard si rivolgono anche alle attività relazionate con il turismo ed alle destinazioni turistiche. Queste informazioni saranno utili per i decision makers in un’ottica di sostenibilità ambientale e per ottenere le certificazioni ISO nell’ambito turistico;
    • ECO-LABEL per il TURISMO: è applicabile a tutte le strutture turistiche che prevedono.  Queste che si fregiano del marchio ecologico europeo di distinguono per l’impegno verso la salvaguardia dellìambiente e, di riflesso, della saluta umana. La richiesta dev’essere inoltrata dal proprietario o dal direttore;
    • Green Travel Award: è il premio espresso annualmente da GIST, il Gruppo Italiano Stampa Turistica che all’interno della Federazione della Stampa riunisce i giornalisti di viaggio. Premia le eccellenze italiane del turismo sostenibile e responsabile: agriturismi, bed & breakfast, bio spa, villaggi eco, ospitalità con gusto, organizzatori di viaggi.

Il perseguimento di questi standard e quindi l’ottenimento infine di una certificazione, fanno sì che l’Hotel possa dimostrare concretamente il suo impegno nell’operare nel rispetto dell’ambiente. Ad ogni modo, ottenere una di queste certificazioni  richiede un lavoro non indifferente con delle tempistiche a volte lunghe. Per ovviare a questo, ma per essere comunque al passo con questa sensibilità ambientale sempre più crescente, proponiamo agli alberghi di seguire alla lettera e concretamente delle azioni. Seguendo le linee guida definite come “protocolli standard”, si potrà ottenere la definizione di Eco Hotel. A quel punto l’Hotel otterrà delle foglie che simboleggeranno l’essere green, di cui il punteggio massimo sarà di quattro foglie per l’applicazione di tutte le regole, andando poi a diminuirle in base al comportamento di ognuno. 

Qui di seguito riporto “I protocolli standard” da seguire:

  • Utilizzo del cibo locale; 
  • Possibilità di raggiungere l’Hotel a piedi o con mezzi green (bici, auto o bus elettrici);
  • Prodotti per la pulizia esclusivamente ecologici; 
  • Risparmio energetico;
  • Linea cortesia bagno, no singoli prodotti, ma dispenser multiuso;
  • Riduzione dello spreco di acqua, non avendo lavandini con timer;
  • Riutilizzo dell’acqua piovana; 
  • Riciclo differenziato dei rifiuti minimo all’80%;
  • Raccolta differenziata per tutti i rifiuti e per ogni singola camera;

Ad ogni turista/ospite spetterà poi a sua volta organizzare in maniera sostenibile la propria vacanza seguendo dei semplici passi sin dalla programmazione della vacanza scegliendo tour operator e associazioni che organizzano viaggi “etici”. Pensando anche all’impatto ambientale del proprio viaggio e limitarlo, cosi da informarsi e condividere esperienze e buone pratiche con la tecnologia. Una volta messo a punto l’itinerario di viaggio bisognerà, preferire strutture sostenibili andando a visitare aree ad alto valore naturalistico e culturale, valorizzando cosi i prodotti tipici locali, a km zero e biologici andando sempre a rispettare i costumi, la cultura e gli stili di vita locali, favorendo l’economia, le tradizioni, l’artigianato locale. 

Per cui, cosa aspetti? Sii green anche tu .. e dimostra che questa pausa ha fatto apprezzare anche a te e al tuo Hotel aspetti che prima d’ora avevi sottovalutato!

 

Per approfondimenti su questo argomento ed ulteriori informazioni, contattaci all’indirizzo email: hello@turismore.it

Web marketing delle recensioni

A cura di Federica Francione

Sicuramente voi albergatori vi sarete resi conto di quanto la reputazione online sia importante se non indispensabile. Di quanto un commento rilasciato da una personaggio dello spettacolo o un personaggio di rilievo e conosciuto dal pubblico possa poi influenzare l’opinione sul resto dei potenziali ospiti. La reputazione diventa fondamentale anche nei casi di confronto con i competitor, poiché a parità di prezzo sicuramente tra te e il tuo competitor, vincerà quello con “il punteggio” superiore. Dunque sarà necessario andare a lavorare sulla propria brand reputation controllando gli aspetti che la determinano, affinché ci sia un buon posizionamento andando a combinare le variabili prezzo e valutazione.

Spesso viene sottovalutato l’elemento della pubblicità che le valutazioni dei nostri ospiti rappresentano, ed è uno strumento che ha un costo sicuramente inferiori rispetto agli investimenti in marketing digitale che si possono fare. Per questo diventa altrettanto importante interagire con gli ospiti rispondendo alle loro recensioni perché questo crea movimentazione sul web ed incremento di commenti da parte degli ospiti. Bisogna ricordarsi che le risposte che vengono date alle recensioni sono spesso utilizzate come discriminante per le prenotazioni di futuri ospiti. Ovviamente le risposte devono essere sia cordiali che allo stesso tempo formali, senza includere messaggi promozionali e vantaggi con offerte personali. Spesso si possono sfruttare anche le recensioni negative per comunicare che si ha intenzione di migliorare e che si è disposti a fare di più. 

Come sicuramente saprete sono diversi gli strumenti utilizzati per rilasciare le recensioni, primi fra tutti Tripadvisor, Booking.com e Google. Il primo di questi è diventato molto social in quanto chi rilascia le recensioni può anche essere “seguito” come fosse un po instagram, ed inoltre, risulta, a volte, poco affidabile, per esempio è possibile cambiare nome, venendo così a mancare la veridicità e la trasparenza dell’azione. Parlando invece di Booking.com, il quale ha inserito una nuova valutazione chiamata “generale”, che si va ad opporre a quella media data appunto dalla media dei singoli punteggi relativi ai singoli aspetti. Per quanto riguarda Google invece il discorso è diverso, perché quest’ultimo utilizza le recensioni dei “due amici” nominati prima, per indicizzare e far movimentare il flusso di utenti indirizzando così sul nostro sito.
Quindi caro albergatore, l’importante è sempre non tralasciare le recensioni perché da queste  si potrebbe sempre migliorare e anche apprendere, aspetti che fino a quel momento, avevamo tralasciato. 

Grazie a queste recensioni si possono utilizzare degli indicatori cosiddetti di Performance Classici. Abbiamo il Global Review Index, il Travel Appeal Index Score, il Customer SatisfactionIndex, il Customer Trust Index ed infine il ROI vs ROE. E abbiamo poi gli indicatori di Performance Inediti quali: Return On Services Provided, Room Review Share, Tasso di citazione, il WOW Index ed il Bleah Index BIX. 

Ultimo, ma non per importanza, è l’attenzione per i feedback. Bisogna fare attenzione al quando, al dove e al come questi si richiedono. In maniera automatica tramite email, oppure face-to-face interagendo con l’ospite? A fine soggiorno oppure qualche giorno dopo? Queste sono domande al quale si può rispondere sempre analizzando la propria realtà ricettiva. Per cui, concludendo, bisogna sempre ricordarsi che le esperienze che facciamo vivere all’ospite sono ciò che lui racconterà quando andrà via. 

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Ottimizzare i canali distributivi per ottimizzare il fatturato

Vi siete mai chiesti, dopo l’avvento della tecnologia, come questa negli ultimi anni abbia potuto influenzare le prenotazioni?
Di fatti, i dati riportano un incremento delle prenotazioni online dal 2014 al 2018 con un +46,7%.
Quindi l’idea è che tutti i canali distributivi apportino valore per la propria struttura poiché la visibilità che una struttura ricettiva ha sul web dipende sicuramente dall’investimento che le OTA fanno nella promozione della struttura stessa.

Nonostante quanto premesso, l’albergatore si trova però sommerso da una serie di sigle e decisioni da dover prendere, in un mare nel quale non riesce a stare a galla. In questo mare ci sono troppi canali di distribuzione, si parla di integrità della tariffa, si affronta l’evoluzione del consumatore, e vi è un conflitto tra l’appiattimento dell’offerta e la personalizzazione.

Sicuramente avrete sentito parlare della Parity Rate, la quale abolizione ha portato alla perdita di controllo dei vari prezzi di vendita per la presenza di troppi canali. L’esistenza di questa moltitudine di canali non può garantire l’integrità della tariffa in quanto non essendoci più la regolamentazione che impone la parità tariffaria, ogni canale distributivo agisce diversamente dall’altro. Questa perdita di controllo porta ad un circolo vizioso per il quale si inizia una guerra dei prezzi al ribasso, che porta solo danni al profitto e alla reputazione dell’albergo. Anche la personalizzazione è un tema importante in quanto è necessario trovare il giusto equilibrio tra la qualità ed il prezzo.

Per cui, avendo analizzato questi elementi fino ad ora, emerge che, partendo dall’abolizione della Parity Rate, le OTA hanno iniziato ad agire con delle contromosse, come ad esempio proporre sconti sui pagamenti anticipati e offerte speciali per tutti i potenziali consumatori. A questo punto, c’è stata una scossa sia da parte delle catene alberghiere internazionali che dagli albergatori indipendenti, per cercare di contrastare questi effetti. Prime fra tutte le clausole contrattuali inserite, le prove di prenotazione, le chiusure forzate, la raccolta voucher e i prezzi al rialzo. Inoltre gli Hotel devono combattere con la gestione manuale e non scalabile, mentre, i canali online possono permettersi una gestione su scala e quindi di abbassare i prezzi. E quindi la domanda che sorge spontanea, e so che sorge anche a voi è: Ma perché accade tutto questo? I grossisti, i tour operator e le agenzie, sono un modello in declino oppure il futuro? La chiave del successo è quella dell’equilibrio, cioè vendere per avere un margine, non solo per riempire. Per cui bisogna vendere al prezzo giusto, nel momento giusto e attraverso il canale corretto.

In questo articolo vi daremo delle tips sulla strategia di distribuzione. Per poterla impostare è indispensabile analizzare alcuni elementi che devono essere chiari all’albergatore, e sono i seguenti:

  • le opportunità che possono emergere nel vendere le camere nel fine settimana piuttosto che durante la settimana, la bassa e l’alta stagione;
  • la tipologia di camera;
  • la durata del soggiorno e la finestra di prenotazione;
  • l’origine del cliente;
  • eventuali EXTRA expenses;
  • il costo da sostenere per mettere in vendita una camera;
  • quanto si riesce a vendere una camera in termini di volumi;
  • i ricavi che si ottengono dalla vendita di quel volume di camere.

Ultimo aspetto di questo articolo è quello del Revenue Placement. che è l’incontro tra il tasso di cancellazione è i Rifiuti cioè i così detti Denials. Per poter attenuare le percentuali di cancellazione sarà indispensabile aver raggiunto un equilibrio distributivo. Ma come scegliere un nuovo canale distributivo sul quale vendere le mie camere? Andando ad analizzare gli elementi elencati precedentemente, capendo così il livello di diversificazione che di fatti il canale distributivo propone e un incremento effettivo del Revenue. 

A questo proposito per poter stabilire una strategia di distribuzione efficace, dovrete seguire 3 semplici fasi: 

  • DIVERSIFICARE – PREVEDERE – AGIRE
  • VISIBILITÀ’ – DETTAGLIO – ANALISI 
  • GESTIONE – CONTROLLO – INCREMENTO

Nella prima fase, viene richiesto di essere presenti su più mercati per vincere la competizione con la distribuzione. La strategia deve anche seguire una strategie di Revenue, ci dev’essere una gestione agile all’adattamento delle azioni. Ed infine, non per ordine di importanza, bisogna essere a conoscenza dei costi di distribuzione. 

La seconda fase invece, presenta un billboard effect quindi maggiore visibilità grazie alla presenza sulle OTA, applicare delle tariffe flessibili, dev’esserci una distribuzione tattica basata sulla segmentazione e in ultimo, raccogliere dati.
La terza fase, è cioè l’ultima, include le clausole ed i contratti, ricordarsi che la vendita accade anche face-to-face quindi non sottovalutare l’aspetto della relazione personale con l’ospite, i dati ottenuti devono essere mirati ed implementati, per poter poi investire il guadagno ottenuto.

Concludo questo articolo dicendo che la strategia per essere efficace dovrà banalmente essere condivisa, semplice ma efficace, e ci dobbiamo ricordare che il tiro si può sempre aggiustare, senza farsi prendere dal panico!

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Tariffa di Partenza e Politiche di Prezzo

A cura di Federica Francione

Eccoci nuovamente con dei contenuti utili per tutti gli Hotel. In uno degli articoli precedenti, abbiamo parlato dei fondamenti del Revenue Management. Oggi invece, entreremo un pò più nel dettaglio dei piani tariffari.

Prima di parlare di Tariffa di partenza e come la si stabilisce, è necessario fare un passo indietro, cos’è una politica di prezzo? Per capirlo è importante comprendere la Politica del Revenue Management. Il Revenue Management, così come descritto nell’articolo precedente nel Blog di Turismore, non è abbassare le tariffe e vendere alla tariffa più bassa le stanze dell’hotel.

Quindi il Revenue Management si basa su 5 leve fondamentali:

  1. Price Management: analisi del dato, il fatto che io possa usare la tariffa come una frizione o leva per spostare i clienti da una data all’altra, grazie al web; 
  2. Il prodotto: cosa stiamo vedendo e a chi lo stiamo vendendo? Chi sono i nostri clienti e attraverso quali canali noi stiamo vendendo. Oltre la provenienza è fondamentale la booking windows e la lenght of stay. Quindi rispettivamente la finestra di prenotazione, ovvero comprendere quel tipo di provenienza quanto prima prenota e cosa ci richiede, e tramite quale canale ci prenota. Altro elemento fondamentale è la motivazione del viaggio, quel tipo di segmento perchè si sta muovendo? Perchè sta viaggiando? Quindi bisognerebbe avere il controllo del comportamento mese per mese dei nostri clienti;
  3. La distribuzione: non si parla solo di OTA in questo settore ma soprattutto di tecnologie, quest’ultime servono per raggiungere aree, zone e target che diversamente non potremmo raggiungere. Mediamente, di Booking ed Expedia si conoscono il 30-40% della loro potenzialità quindi si rischia di non utilizzarli per il 70-60%. I canali di distribuzione si dovrebbero conoscere completamente per poterli governare ed utilizzare a nostro vantaggio. Oltre all’evoluzione si può parlare anche di involuzione cioè come mi comporto di fronte alle tariffe tra il mio sito e quello delle OTA? Il consiglio è quello di non abbassare mai il prezzo sul mio sito a più del 4-5%. Quindi per differenziare, inserisco sul mio sito le camere con dei servizi aggiuntivi, cosa che non presento sulle OTA in modo tale da richiamare la prenotazione sul mio sito e non attraverso la OTA. La personalizzazione premia, e ad oggi, ciò che si può personalizzare è quello che conquista;
  4. Marketing e vendita al front-office: la qualità dell’accoglienza si trasforma in Revenue Management in maniera diretta se è fatto bene. La struttura non si vende, per magia, da sola. Il messaggio deve passare per primo dal front-office che deve comunicare prodotti e servizi correttamente, facendo abbassare la diffidenza iniziale entrando in un contatto empatico con l’interlocutore. Per fare ciò ovviamente bisognerà formare il personale, spesa da considerare tra gli investimenti in quanto avrà un ritorno economico notevole sull’azienda;
  5. La Brand Reputation: questa è indispensabile. Serve per vendere quantitativamente molto nei periodi di bassa pressione della domanda. Nei periodi di forte pressione della domanda permette di non ribassare la tariffa esistente e di mantenerla costante. E’ fondamentale lavorarci perché la brand reputation rimane lo strumento fondamentale per acquisire credibilità. 

BOTTOM RATE E STARTING RATE:

La prima, la Bottom Rate, è quel livello tariffario al di sotto di quello diventa svantaggioso vendere perchè non si riesce a coprire i costi variabili sostenuti per la vendita della stanza. Mentre, la Starting Rate, sarà il frutto dei miei dati storici relativi all’analisi del prodotto; la quale non dovrà mai essere più bassa della bottom rate al massimo e raramente le due potrebbero essere uguali. Questo tipo di ragionamento viene fatto anche grazie alla disponibilità delle serie storiche, ma a questo punto la domanda sorge spontanea, e se non ho dati storici perchè sono una struttura giovane aperta da poco? Prima soluzione, fra tutte, è quella di basarsi sui dati delle OTA, poichè le loro statistiche raccolgono il 60/70% dei comportamenti del mercato. In secondo luogo, non basarsi sui competitor perchè se si va a copiare l’atteggiamento del competitor si rischia di sbagliare dove loro sbagliano.

STABILIRE LA TARIFFA DI PARTENZA:

Bisognerà partire sempre dai dati storici, andando a separare i giorni della settimana con i giorni del fine settimana e le relative % di occupazione, la produzione, la tariffa media (ADR) ed il revpar. La tariffa di partenza è quella tariffa giornaliera, che viene decisa in maniera preventiva rispetto alla finestra di prenotazione delle stanze, che dovrà ovviamente rispettare le festività e i giorni della settimana.

Analizzate, segmentate ed approfondite il dato quanto più possibile. Ma l’analisi che viene fatta per la decisione della tariffa di partenza è fondamentale. Ed infine, vi lascio con una domanda ed una curiosità, vi siete mai chiesti cosa sono e quali sono i vantaggi dei servizi ancillari? Forse ne avrete sentito parlare per le compagnie aeree, beh, anche gli Hotel potrebbero fare lo stesso..

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Pillole sugli strumenti di comunicazione google

A cura di Federica Francione

Spesso si è sentito parlare di SEM anche nel campo alberghiero, ma di fatto, questa sigla spaventosa, che cosa rappresenta?

SEM (Search engine marketing):

modo di fare pubblicità collegato allo strumento delle campagne pubblicitarie, definite Pay per click, vale a dire che io pago le mie campagne solamente se vengono cliccate e quindi visitate dall’utente. Il SEM riguarda anche i motori di ricerca tradizionali, con la barra della ricerca “search” che ti restituisce i risultati più pertinenti della ricerca, ad esempio se si ricercano determinati Hotel in precise località. Di questi il più famoso è ovviamente Google.

Google ha inserito vari strumenti per fare marketing, primo fra tutti, Google Ads che è il servizio pubblicitario Pay-Per-click di Google nominato precedentemente. Per utilizzare Google Ads sarà molto semplice, basterà avere un account Google con il quale accedere e poi si avrà un back-office dedicato in cui verranno mostrate tutte le azioni possibili da svolgere. 

Parlando degli annunci, questi ultimi sono visualizzati in base ai risultati di ricerca organici e vengono selezionati da un algoritmo che tiene conto sia del «budget» in web marketing dedicato agli annunci, sia delle parole chiave ricercate dall’utente e presenti nell’annuncio. In questo modo vengono mostrati annunci pertinenti alla ricerca dell’utente, rendendo ottimale l’investimento. 

Altre attività di promozione sempre in ambito di Web Marketing che si potranno fare dal back-office di GoogleAds sono le campagne pubblicitarie. Queste si possono immaginare come un contenitore che al suo interno ha un ulteriore contenitore che tira fuori le Parole Chiave all’occorrenza, cioè al momento della ricerca da parte di chi naviga. Andando più nel dettaglio delle campagne, come possono essere strutturate dall’addetto alla comunicazione digitale dell’Hotel? Per un’efficace e puntale gestione delle campagne si sfruttano le parole chiave. Quest’ultime, conosciute anche come key words, Parole o frasi collegate all’Hotel sponsorizzato in questo caso, che permettono al sistema di stabilire quando e dove pubblicare un annuncio. Le parole chiave devono essere pertinenti per raggiungere solo le persone più interessate e con le maggiori probabilità di convertire il click in una prenotazione effettiva. Un altro elemento importante che deriva dai comportamenti degli utilizzatori sono i cookies che registrano i comportamenti degli utenti, potenziali ospiti.

Sicuramente vi sarete chiesti anche voi cos’è quella finestrella che si apre a destra e che compara gli hotel online. Praticamente sarebbe il Trivago di Google che grazie alle schede MyBusiness (quindi quella del tuo albergo). Questo è un altro strumento fondamentale di Google, questa scheda riporta le informazioni della tua attività, scheda necessaria per poter accedere a Google Hotel Ads, e quindi utilizzare gli strumenti di web marketing descritti precedentemente. Quest’ultimo è un nuovo canale di vendita!

Ma adesso arriviamo alla domanda cruciale …

E’ nato prima l’uovo o la gallina? La stessa domanda accade tra l’invenzione del Marketing o del Revenue come prima? Le due devono andare pari passo per avere successo. Sicuramente il lavoro del Revenue è più importante, in quanto questo può distruggere il Marketing e può provocare una non conversione dell’annuncio. Se le due strategie non sono sincronizzate allora ci potrà non essere la quantità di vendita che ci si era aspettati. Per cui il consiglio è quello di prefissare degli indici che quindi diano la possibilità di misurare le performance DIGITALI.

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Digital marketing strategie e strumenti

Vi siete mai chiesti come le strutture ricettive raggiungevano i propri clienti senza i social a disposizione come accade oggi? Beh, fino a 10 anni fa, il sito web era l’unico strumento e dunque doveva funzionare bene per raggiungere gli obiettivi che ci si era prefissati. Ad oggi i social stanno diventando sempre più importanti per poter creare un feeling ed una relazione con gli ospiti, non in maniera opportunistica, ma in maniera reale ed efficace. Poiché questi strumenti sono diventati tanti, a volte non si sa come gestirli, ed è per questo che esistono delle best practice da attuare. In questo articolo troverai delle nozioni che, senza dubbio, un buon albergatore deve possedere per poter creare una strategia digital vincente. L’errore principale che si commette spesso è quello di dividere i due mondi del reparto Marketing e di quello commerciale. I due aspetti sono strettamente collegati perché è attraverso la mia brand reputation che io posso permettermi di avere una determinata forza commerciale. L’ospite potenziale quando fa una ricerca, la fa, perché ha un bisogno consapevole quindi sa esattamente perché sta effettuando una ricerca. Bisogna controllare però anche quelli che sono i bisogni latenti, vale a dire quel tipo di bisogno che io non so di avere, ma quando recepisco un certo tipo di messaggio per esempio fare una vacanza verrà fuori questo tipo di bisogno che palesemente non sapevo di aver ma che scopro di dover soddisfare una volta che vedo quel messaggio. Ma dunque, l’albergatore che obiettivo ha? Quest’ultimo deve cercare di attrarre persone che sono realmente intenzionate a prenotare per cui la best practice in questo caso non è monitorare solamente le visite fatte sulla nostra struttura, quanto piuttosto il numero di conversioni, e cioè la visita che porta effettivamente alla prenotazione. Per cui, come posso aumentare la mia visibilità? Attraverso il posizionamento organico e la gestione della concorrenza. La concorrenza, chiamata anche densità concorrenziale, porta il possibile ospite a fare una comparazione tra i numerosi risultati della ricerca. Per vincere sulla concorrenza, l’albergatore dovrà occuparsi, in questa complessità, di gestire le basi come la qualità delle camere, i servizi offerti, l’identità dell’albergo e successivamente le tariffe. Non si può pretendere di essere scelti tra tutti, senza dare attenzione agli elementi principali dell’ospitalità. La relazione con l’ospite merita un’attenzione unica, perché è questo l’aspetto che poi va a migliorare la nostra brand reputation e che quindi influirà sull’aspetto concorrenziale. Le piccole cose fanno la differenza e ci rendono unici nel mercato nel momento del confronto con i concorrenti. Sicuramente anche la presenza sulle OTA (booking.com, expedia, etc…) significa essere esposti sulle piattaforme e quindi raggiungere una clientela che diversamente non raggiungeremmo. La commissione che paghiamo alle OTA di fatto è un investimento in marketing.  Richiamando il discorso delle relazioni, sono un elemento fondamentale da tenere sotto controllo. Le relazioni sono necessarie per creare un rapporto conviviale con l’ospite, soprattutto prima del suo arrivo. Per questo diventa importante sapere con chi parliamo per avere un differente metodo di approccio e soprattutto perché così potremo occuparci noi stessi di offrire servizi extra-alberghieri senza utilizzare le OTA, discorso che funziona principalmente per gli appartamenti e per le altre strutture ricettive non dotate del reparto ricevimento e che quindi saltano la relazione iniziale con lo staff. E’ necessario vivere l’albergo, parlare con il personale, risolvere problemi basilari per migliorare il rapporto con tutti e la presentazione con gli ospiti. Per attuare quanto detto precedentemente, io fossi in voi, per il 2020 andrei a strutturare una STRATEGIA, che per essere decisa necessita l’osservazione dei seguenti elementi:

  • Contesto: distributivo, sociale, commerciale, geografico; 
  • Identità: cosa rappresenta la tua struttura, cosa vuole comunicare;
  • Diversità: la tua proposta dev’essere unica, non devi essere uguale agli altri e quindi distinguerti dalla massa. La diversità la fanno anche le persone, lo staff, la comunicazione oltre ai servizi;  
  • Budget: questo è necessario per sviluppare il marketing digitale. 

Il Digital marketing canvas, di cui parleremo negli articoli successivi, è il risultato di questa strategia. Elemento fondamentale di questo però, è la guest personas cioè il target obiettivo da voler raggiungere.  Per poter realizzare di fatto una strategia è necessario fissare un coefficiente di digitalità per sapere quanto investire e come misurare il ritorno sull’investimento. Si parla di coefficiente di digitalità, quando sommando tutti gli investimenti in marketing digitale, si divide l’importo ottenuto per i ricavi provenienti da vendite online e quindi dalle OTA. Più basso sarà il risultato, migliore sarà il ritorno del nostro investimento digitale. Tra i buoni propositi per il 2020 dunque, io vi consiglierei di inserire un miglioramento della relazione con i clienti e una strategia tutta Digital per iniziare l’anno con il piede giusto!

I fondamentali del revenue management

Il revenue management così chiamato oggi, ma conosciuto in passato come Yield Management, ha vissuto un’evoluzione negli anni, iniziando le sue vicende nel 1950-1960 e la sua invenzione attraverso il lancio dei voli charter e del deregulation act nel 1970-1980.

Il padre fondatore di questa disciplina ha il nome di Robert Crandall, il quale ebbe un’illuminazione tariffaria per i prezzi dei biglietti della compagnia aerea da lui gestita, la American Airlines. La strategia prevedeva dei prezzi diversi: prezzi soliti per la loro clientela abituale, e la Super Save Rate, prezzi più bassi a determinate condizioni.

Il successore di Crandall, riconosciuto come colui che ha applicato queste dinamiche tariffarie al mondo alberghiero è John Willard Marriott. Il quale, incuriosito dall’attività di Candrall, dopo averlo incontrato, pensò di traslare questa esperienza sulla sua attività, e cioè sulla catena alberghiera della Marriott avendo di fatto un risultato notevole al livello di fatturato.

La definizione migliore di Revenue Management di fatto è la seguente:

“Con tale espressione ci si riferisce ad una serie di metodologie che rendono possibile la massimizzazione del rendimento attraverso l’utilizzo di modelli matematico-statistici che bilanciano e ponderano convenientemente le peculiarità insite nella struttura produttiva, con le esigenze espresse dai consumatori”.

L’aspetto fondamentale affinché quest’espressione possa essere valida, è la necessità di svolgere una segmentazione della clientela. Vale a dire il processo con cui si divide il mercato di massa in gruppi più o meno grandi con bisogni e necessità simili.
La ratio della segmentazione di mercato è che le aziende che ne vogliono trarre vantaggio dovrebbero riuscire a raggiungere i target che hanno identificato ed infine sviluppare specifici marketing mix per ogni segmento. Ogni proposta risponderà alle esigenze di persone con bisogni differenti, ma più vincoli inserirò nelle mie proposte, e più difficile sarà trovare il segmento in linea con la nostra proposta. Per cui il punto sarà di vedere la stessa camera ma a prezzi diversi, perché ogni cliente ha delle propensioni di spesa diverse e delle esigenze diverse. Per cui l’obiettivo del revenue manager è quello di vendere quella camera al prezzo massimo che l’ospite è disposto a pagare. 

L’incontro tra domanda ed offerta segue le logiche dell’economia classica e cioè che al diminuire del prezzo, la domanda crescerà e viceversa accadrà all’aumentare del prezzo. Nel momento in cui il prezzo non è in linea con la disponibilità a spendere, andremo a perdere una quantità di vendita di coloro che erano disposti a pagare di più. Per cui avremo raggiunto l’obiettivo quando saremo riusciti a vendere alla tariffa massima per ogni consumatore. 

Come fare dunque per vendere alla massima tariffa che sia in linea con il prezzo massimo che i consumatori sono disposti a pagare? Andando a differenziare il prodotto offerto in base alle preferenze di ogni consumatore. Le tecniche di revenue dovrebbero cercare di scoraggiare la domanda quando questa è alta mettendo restrizioni, oppure incoraggiarla quando questa è bassa.

Ricordiamoci che il Revenue Management, come si dice spesso, NON significa prezzi bassi. L’equivoco nasce perché di fatti l’origine del Revenue rappresentava un prezzo più basso per battere il prezzo alto e fisso. 

E’ importante definire i tre pilastri del Revenue, i quali sono sequenziali.

Il forecasting (previsione della domanda) dev’essere fatto in maniera giornaliera, bisogna cioè sapere il volume della domanda e le sue variazioni. Una volta che avremo stabilito questo aspetto, bisognerà stabilire le tariffe, ma senza il primo step non si potrà stabilire una tariffa. Ed infine il monitoraggio, cioè controllare sempre le fluttuazioni e il controllo di quello che accade.

Con questa breve introduzione al Revenue Management si è voluto dare delle informazioni concise ma fondamentali su ciò che si intende per Revenue. Questo per non banalizzare con un semplice “abbassamento” prezzi, ma per spiegare che c’è un intero studio dietro che, se ben applicato, avrà sicuramente degli effetti notevoli sul risultato in termini di fatturato.

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