A cura di Giacinto Marchionna

 

Pur occupandoci prevalentemente di revenuemarketing per boutique hotels, alcune destinazioni balneari di Puglia e Basilicata hanno richiesto il nostro aiuto, in virtù delle nostre competenze in destination management.

E mentre gli operatori turistici hanno storicamente la capacità di organizzarsi, lottando tra sopravvivenza e ripartenza, alcune pubbliche amministrazioni si preoccupano di agevolare una ripresa turistica più veloce in modo da salvare la stagione.

Una delle problematiche nuove e più diffuse è la gestione della spiaggia libera: chiusa, aperta ma gestita dagli stabilimenti balneari privati, aperta ma a numero chiuso? E il distanziamento fisico? E i bambini? E se non si trova posto?

Tutti questi dubbi non fanno altro che creare timore, incertezza ma soprattutto potrebbero rovinare l’esperienza sia di turisti che escursionisti che vogliono concedersi qualche ora al mare.

E allora, in attesa di una normativa, che tarda ad arrivare, abbiamo suggerito alle PA alcune misure che permetterebbero l’uso della spiaggia libera per favorire i consumi che quest’anno saranno già di per se ridotti:

  1. Campagna di sensibilizzazione per i bambini: se gli italiani hanno ben compreso come comportarsi in questi mesi, i bambini potrebbero non rendersi conto dei rischi del contatto con altre persone. Forse un cartone animato o degli sketch teatrali potrebbero essere più comprensibili ai bambini;
  2. Individuare gli accessi alle spiagge libere con i relativi corridoi di ingresso ed i corridoi di uscita;
  3. Suddividere la spiaggia libera in piazzole immaginarie (10 mq dovrebbe essere la misura di ciascuna) per calcolare il numero massimo di spazi;
  4. Obbligo di occupazione della piazzola con distanziatore da spiaggia (in commercio c’è già Safe beach Space, brevetto di un’azienda sarda);
  5. Regolare gli accessi presidiando i corridoi di ingresso con l’aiuto della comunità previa formazione (es. associazioni di volontariato, cittadini che percepiscono il reddito di cittadinanza,…);
  6. Prenotazione attraverso app e telefono: per chi non volesse rischiare di non trovare una piazzola libera si può ipotizzare la prenotazione, in due passaggi, della propria piazzola indicando giorno della settimana e fascia oraria preferita (es. 07-10, 10:15-14, 14:15- 19:00). Ce ne sono molte in commercio dedicate agli stabilimenti balneari e qualche programmatore ha già pensato di adattare il prodotto alle spiagge libere. Per persone più anziane, forse la prenotazione telefonica può essere più semplice.

Troppo complicato? Se l’alternativa fosse la spiaggia libera chiusa, crediamo che, con creatività, innovazione e organizzazione, si potrà andare al mare anche quest’anno, in sicurezza. E’ una questione di sanità mentale e queste regole accompagnate da buon senso rendono possibile lo svago, anche per le fasce più deboli.